#50

 

GLI EREDI DI HULK

 

PARTE QUARTA

 

CONCLUSIONI

 

Di Carlo Monni

(con il contributo di idee, concetti e personaggi di Mickey e Fabio Volino)

 

 

ATTO PRIMO

 

CONFLITTI LOCALI

 

1.

 

 

            Esempio di situazione critica n. 1: in uno spiazzo di fronte ad un’installazione segreta della misteriosa associazione nota come Pantheon, nel deserto del Nevada, Lyra, la figlia di Hulk e Thundra (o almeno di una Thundra, niente domande), sta per sferrare un pugno alla letale She-Hulk Rossa, che si è recentemente rivelata essere la psichiatra Angela Lipscombe.[1]

Il problema è che la suddetta She-Hulk è una sorta di pila atomica vivente ed è vicina alla massa critica. Il pugno di Lyra, se andasse a segno, potrebbe innescare un’esplosione nucleare dalle conseguenze inimmaginabili.

-No!- urla l’eroe riluttante noto come Doc Samson, ma la ragazza dalla pelle verde non sembra ascoltarlo.

            Il tempo sembra quasi cristallizzarsi mentre il pugno di Lyra è sempre più vicino alla mascella della sua avversaria.

 

            Esempio di situazione critica n. 2: a Los Angeles, nella sede dell’agenzia federale chiamata F.B.S.A., il misterioso membro del Pantheon conosciuto solo come Prometeo sta affrontando un’altra creatura nata dai raggi gamma. Il problema è che lui ha riconosciuto la donna dalla pelle color smeraldo inguainata in una calzamaglia nera sgambata e senza maniche.

-Betty Banner, viva?- esclama sorpreso.

-Non certo grazie a te od ai tuoi amici del Pantheon.- ribatte la donna -Ed è Betty Ross, tanto per chiarire.-

            Il pugno della donna prende Prometeo al mento, lo solleva da terra e lo fa volare attraverso la stanza facendolo finire contro una parete.

-Lo uccido!- urla Abominatrix e prima che Betty possa dir niente parte alla carica contro Prometeo.

-Maledetta testona.- borbotta Betty.

 

            Esempio di situazione critica n. 3: Thaddeus E. Ross, Thunderbolt per gli amici, ma anche per i nemici, siede alla sua scrivania in un sobrio ufficio dell’edificio noto come Pentagono e riflette sui tanti, troppi, errori commessi nella sua vita, specie nei confronti di coloro che, come sua figlia, diceva di amare

-Volevo solo il tuo bene, Betty…- borbotta -… ma ti ho solo rovinato la vita.-

            Si china verso una foto sul ripiano ed in quel momento la testiera della sua poltrona va in mille pezzi.

-Ma che..?- esclama il vecchio soldato.

            Non perde tempo a farsi troppe domande. L’istinto del combattente lo spinge a buttarsi a terra proprio mentre un secondo proiettile attraversa la stanza andando ad infrangersi contro una parete.

            La porta dell’ufficio si spalanca ed entra una giovane donna che indossa la divisa dei Marines.

-Generale, che succede?- chiede.

-Cecchino a ore 12.- replica Ross -Giù la testa!-

            In quel momento un terzo proiettile passa attraverso la finestra.

 

 

2.

 

 

            Da quando è diventato l’Incredibile Hulk, Robert Bruce Banner non è certo stato noto per la sottigliezza. La sua entrata nel Palazzo Federale di Los Angeles viene registrata da un paio di sismografi ma probabilmente le imprese edili incaricate della ristrutturazione festeggeranno in suo nome.

Piomba dall’alto nel piano dove sono gli uffici del F.B.S.A. proprio in tempo per arrestare, sia pure involontariamente, la carica di Abominatrix.

-Non ti avevo già sistemato?- esclama mentre si trova spinto contro una parete dalla furia dell’amazzone Gamma.

-Ti uccido!- grida quest’ultima.

-Hai un dialogo piuttosto limitato, lo sai?-

            Hulk afferra Abominatrix e la scaglia contro la sua compagna Aberrazione facendole piombare entrambe contro una parete sfondandola.

            Mentre le due gamma-irradiate precipitano al suolo una voce di donna che Hulk trova inquietantemente familiare commenta:

-Come al solito, Bruce, dove passi tu rimangono solo macerie.-

            Bruce si volta di scatto e nel vedere la donna dalla pelle verde davanti a lui, esclama sorpreso:

-Betty?-

 

            Il Tenente dei Marines Anne Benedict è velocissima a gettarsi a terra ed il proiettile colpisce lo stipite della porta.

-Tutto bene, Annie?- le chiede Thunderbolt Ross.

-Non sono ferita, Generale.- risponde lei impugnando la sua pistola d’ordinanza -Chi ci ha preso di mira?-

-Vorrei tanto saperlo anch’io… anche se ho dei sospetti.- replica Ross, che intanto ha recuperato da un cassetto della scrivania la sua Beretta M9.

            Passa qualche secondo senza altri spari ed i due provano cautamente ad alzarsi.

-Chiunque fosse… e dovunque fosse, il cecchino se n’è andato.- commenta Annie -Qualcuno la vuole morto, Generale e credo di avere i suoi stessi sospetti. L’indagine sul Progetto Gamma Corps ha innervosito qualcuno.-

-E quel qualcuno non si arrenderà: riproveranno ad ucciderci.- replica, cupo, Thunderbolt.

 

            Rick Jones solleva la mano destra sul cui palmo è inciso il marchio conosciuto come Starbrand, marchio che ora brilla come di luce propria. Dice una sola parola:

-Basta!-

            Un muro che sembra fatto di luce si para tra la She-Hulk Rossa e Lyra bloccando il pugno di quest’ultima che esclama:

-Ma che razza di…-

-Non dire: “sviluppo rivoltante”, ti prego.- ribatte Rick.

            Si guarda intorno e dice:

-Qualcuno vorrebbe gentilmente spiegarmi cosa sta succedendo?-

            È Doc Samson a rispondere indicando la She-Hulk Rossa,

-Quella è Angela Lipscombe.-

-La psichiatra gnocca? E come ha fatto a diventare così?-

-Non è il momento di spiegarlo. Ti basti sapere che è una batteria nucleare ambulante ed è fuori controllo.-

-Qui ci vorrebbe Bruce ma forse posso occuparmene anch’io.-

-Sapete, non è carino che parliate di me come se non ci fossi.- interviene la She-Hulk Rossa -La cosa mi fa davvero arrabbiare.-

            Con un sorriso maligno sulle labbra colpisce a pugni uniti il suolo provocando un’onda che sbalza tutti al suolo.

 

 

3.

 

 

            Betty Ross sapeva che prima o poi l’incontro tra lei e suo marito sarebbe avvenuto ma avrebbe preferito un momento ed un posto diversi.

-Betty, sei viva!- esclama Bruce Banner.

-Perché sei sorpreso, Bruce caro?- ribatte lei con un sorrisetto -In fondo, quanti dei tuoi vecchi nemici… e qualche amico ogni tanto… sono tornati da una morte quasi sicura?-

-Sei stata gammairradiata, è questo che ti ha salvato?-

-Sei tu lo scienziato, trova la risposta.-

            Prima che Hulk possa ribattere qualcosa, si ode una voce stentorea:

-In nome degli Stati Uniti, siete tutti in arresto!-

            A parlare è stata Victoria Hand, leader della cosiddetta Squadra Gamma del F.B.S.A.

-Date retta alla signora.- aggiunge Clay Quartermain, leader dell’omologa squadra dello S.H.I.E.L.D. -Si arrabbia facilmente, sapete?-

-Beh, anch’io sono terribile quando sono arrabbiata, dovresti saperlo, Clay, tesoro.- ribatte Betty Ross.

-Betty, che ci fai qui?- esclama, sorpreso, Quartermain.

-Indovina? Ti conviene dire ai tuoi amici di tenere le dita lontane dai grilletti. Una mossa sbagliata e qualcuno si farà male, molto male.-

 

            La ragazza di nome Scorpia è arrivata non vista alle spalle della She-Hulk Rossa e si avvicina a lei di soppiatto.

Confida che la sua immunità ai veleni la protegga anche dalle radiazioni e salta addosso alla donna che un tempo era Angela Lipscombe proprio nel momento in cui sta colpendo  ancora il suolo.

Quello che la ragazza non ha calcolato è che i suoi poteri non la proteggono dall’intenso calore emanato dalla sua avversaria. Con un urlo acuto molla la presa e cade in ginocchio con le mani e parte del petto e delle gambe ustionati.

-Stupida ragazzina, cosa credevi di fare?- la apostrofa la She-Hulk Rossa poi solleva un braccio per colpirla.

-No!- grida Rick Jones.

            Dalla sua mano parte un raggio che colpisce in pieno la She-Hulk Rossa fermandola ma non a lungo. La donna si volta verso di lui e lo carica a testa bassa.

            Lo Starbrand nella mano di Rick sembra avere vita propria mentre emette un raggio che diventa sempre più intenso fino ad avvolgere l’intera zona. Un odore di ozono si diffonde nell’aria e subito dopo si sente un rumore simile a quello della caduta di un fulmine.

La luce si dissipa e sul terreno, poco distante da Scorpia, giace Angela Lipscombe, di nuovo umana e nuda.

            Rick espira ed indica Carmilla Black in evidente stato di shock.

-Aiutatela.- riesce a dire, poi le forze lo abbandonano e collassa al suolo.

 

            Immaginate la situazione: da un lato, disposte a semicerchio, 12 persone armate, sette agenti dello S.H.I.E.L.D, e cinque del F.B.S.A., più o meno equamente divisi tra uomini e donne, più sbilanciati per etnia e preferenze sessuali, però. Dall’altro, otto cosiddetti gamma-irradiati di cui cinque donne. Sulla loro etnia si può solo dire che il loro colore della loro pelle spazia tra varie tonalità di grigio e verde. In mezzo: l’Incredibile Hulk e la sua rediviva moglie talvolta nota con il nome di Arpia.

-Non minacciarci, Betty.- le dice Clay Quartermain Siamo equipaggiati per affrontare quelli come voi.-

-Lo so, Clay…- replica Betty Ross -… ma prima che riusciate a vincere, questo posto sarà un cumulo di macerie, è questo che vuoi?-

-Non mi dai altra scelta, Betty: se non vi arrendete ordinerò di aprire il fuoco.-

-Ed io farò lo stesso.- aggiunge Victoria Hand.

-Un momento!- interviene Hulk -Potrà sembrare strano detto da me, ma possiamo risolverla senza violenza?-

-Si sposti, Dottor Banner, questi fucili possono ferire anche lei.-

-Li conosco: gli ingegneri della Stark-Fujikawa li hanno realizzati su un progetto mio di cui riscuoto regolarmente le royalties... ma erano efficaci sull’Hulk che ero allora, è davvero sicura che funzioneranno sull’Hulk che sono adesso?-

Mentre parla, Hulk avanza verso Victoria e sembra decisamente minaccioso.

-Su una cosa hai ragione, Bruce.- interviene Betty -La violenza non è necessaria. Portaci su, Sam.-

            Betty ed i suoi compagni sono avvolti da una luce improvvisa e semplicemente scompaiono.

-Teletrasporto.- borbotta Victoria Hand.

-Ti piace sottolineare l’ovvio, eh, Vicky?- commenta, Isabelle Hartley, Vice Comandante della squadra di Clay e compagna, o forse ex compagna, di Victoria Hand che le rivolge un’occhiataccia.

-Betty ha sviluppato un senso dell’umorismo tutto suo.- commenta Quartermain -Ha pure citato Star Trek.-

Hulk non lo sta ascoltando. Una cosa nelle ultime parole di sua moglie risuona nella sua mente:

-Sam… Sam Sterns.- borbotta -Sempre lui.-

La sua strada e quella del Capo sono destinate ad incrociarsi ancora.

 

 

FINE ATTO PRIMO

 

ATTO SECONDO

 

QUEL CHE INIZIA A VEGAS…

 

1.

 

 

Può, il batter d'ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas? Alla domanda, posta in maniera quasi poetica dal meteorologo statunitense Edward Lorenz in una sua conferenza del 1972, non c’è ancora una risposta univoca.

Quel che è certo, però, è che l'onda d’urto causata dal colpo della She-Hulk Rossa si propaga lungo tutto il deserto del Nevada, raggiunge la zona di Las Vegas nota come Strip e fa tremare le pareti del Coliseum Casinò.

Nel panico che si genera, la sola a mantenere un’apparente calma è una ragazza dai capelli rossi, alta circa due metri, con un fisico da body builder, che indossa un tailleur nero con una minigonna vertiginosa e scarpe con tacco 12, la divisa, chiamiamola così, femminile del personale di sicurezza del Coliseum e comprende anche una camicetta bianca ed un cravattino.

Il suo sguardo si fissa su un uomo che si sta allontanando di corsa. Con un balzo gli è addosso e lo afferra per la collottola tenendolo sollevato senza sforzo.

-Lasciami, lasciami!- grida l’uomo agitando le gambe.

            Lei non lo sta a sentire e raccoglie una borsa di tela che è caduta di mano all’uomo quando l’ha afferrato.

-Ehi, non toccarla, è roba mia!- grida l’uomo ma lei lo ignora.

-Che sta succedendo qui?-

            A parlare è stata una donna elegante dai capelli ramati accompagnata da un uomo dai capelli castani che indossa la versione maschile dell’abito del personale di sicurezza ed a cui si addice decisamente il termine grosso come un armadio.

-Quest’uomo ha rubato.- afferma la ragazza.

-Non è vero!- replica l’altro.

-Come fai a dirlo, Tandy?- chiede la donna.

-L’ho visto.- risponde la ragazza -Quando c’è stata la scossa le macchinette…- indica una fila di slot machine lì vicino -… hanno cominciato a buttar giù tutte le monete e lui le ha raccolte e messe nella borsa. Credeva che non lo vedesse nessuno ma io l’ho visto.-

-Non è vero!- ribatte l’uomo -Quei soldi sono miei, li ho vinti.-

-Osi darmi della bugiarda?- gli si rivolge la ragazza di nome Tandy con sguardo torvo.

            L’uomo deglutisce e non replica. La nuova arrivata lo fissa, storce le labbra in una smorfia di disprezzo e si rivolge all’uomo al suo fianco:

-Ti dispiace guardare nella borsa, Sean?-

-Come desideri, Suzy.- ribatte lui.

            Apre la borsa e guarda all’interno.

-È bella pesante e direi che contiene più monete di un singolo jackpot. Con tutto questo peso, questo idiota non sarebbe andato lontano anche senza l’intervento di Tandy.-

-Mettilo giù, Tandy.- ordina la donna.

Tandy molla il malcapitato che piomba al suolo. L’altra donna lo guarda severa e dice:

-Io sono Suzy Berengetti, la padrona del Coliseum.-

-E di più di metà del resto di Las Vegas.- aggiunge con un sogghigno l’uomo di nome Sean.

            Lei lo ignora e prosegue:

-Immagino che tu abbia sentito parlare di me.-

            Lo sguardo spaventato dell’uomo è molto eloquente.

-Per stavolta ti lascerò andare ma se dovessi ricapitare da queste parti, non sarò più così generosa e ti lascerò alle cure del mio personale di sicurezza e credimi, non ti piacerebbe.-

            L’uomo scappa senza voltarsi indietro e Suzy Berengetti fa un lungo sospiro.

-Decisamente non sono adatta a fare la dura.- commenta.

-Io dico che te la sei cavata benissimo, baby.- replica Sean Clinton McIntyre -Secondo me ti stai abituando al tuo nuovo ruolo di donna più potente di Las Vegas.-[2]

-Se lo dici tu… ottimo lavoro, Tandy. Joe ha fatto bene a raccomandarti per questo lavoro.-

            La ragazza si limita a sollevare un sopracciglio e Suzy prosegue:

-Devo andare ad un meeting importante. Tu e Sean sarete le mie guardie del corpo.-

            Seguita dai due Suzy raggiunge il parcheggio sotterraneo del Coliseum dove, in piedi accanto a una limousine, sta una bionda statuaria in divisa da autista.

-Dove devo portarla, Mrs B?- le chiede quest’ultima.

-Al Desert Sands Hotel, Connie.- risponde Suzy -Sembra che tocchi a Harold Howard ed a me scegliere chi sarà il prossimo Sindaco.-

 

            L’organizzazione più o meno clandestina note come Pantheon dispone nel suo rifugio principale anche di un’efficiente ala ospedaliera ed è in uno dei suoi letti che Carmilla Black si risveglia.

La ragazza inizialmente si sente intorpidita, colpa degli antidolorifici somministratile in dose massiccia ma che il suo organismo metabolizza molto rapidamente, poi riprende piena coscienza e con essa arriva il dolore.

Esasperata Carmilla si strappa una flebo dal braccio destro e prova ad alzarsi dal letto. Le gambe le cedono e cadrebbe se non intervenisse a sostenerla una ragazza alta e muscolosa con i capelli rossi e la pelle verde.

-Calma, sorella…- le dice -… ti tengo io.-

-L… Lyra?- balbetta Carmilla riconoscendo l’altra figlia di Bruce Banner.

            Lyra la solleva delicatamente e la riporta verso il letto dove è in attesa una donna che indossa un camice da medico.

-Grazie, Miss… uhm…. Banner.- dice.

-Solo Lyra va benissimo.- ribatte l’altra.

            Adagia Carmilla sul letto e si fa da parte lasciando che la dottoressa la esamini.

-Andiamo molto bene, Miss Rappaccini.- dice la donna al termine dell’esame.

-Mi chiamo Black, non…. Oh, lasci perdere. Che vuol dire che andiamo bene?-

-Il suo costume speciale l’ha protetta dalla maggior parte del calore, ha solo ustioni superficiali che guariranno presto. Purtroppo con lei gli antidolorifici non funzionano: il suo corpo li tratta come veleni e li neutralizza -

-Sopporterò il dolore.- replica Carmilla.

-Anche il livello delle radiazioni è nella norma. Stando al Dottor Banner la sua immunità ai veleni funziona anche con la radioattività, almeno entro certi limiti.-

-Spero di non superarli mai allora. Dov’è adesso… mio padre?-

-Nostro padre si è messo sulle tracce di un tizio chiamato il Capo e si è portato dietro quei guerrieri alieni: i Fratelli di Guerra.- risponde Lyra.

-Dovrei essere con lui.- borbotta Lyra.

-Anch’io, ma lui non ha chiesto il nostro parere. Sono tutti così i padri?-

            La ragazza conosciuta anche come Scorpia non sa cosa rispondere.

 

            Nel Quartier Generale del Pantheon c’è anche una sezione adibita a celle per prigionieri molto speciali. È una cosa illegale, naturalmente, ma le organizzazioni per la tutela dei diritti umani non passano spesso da queste parti.

Leonard “Doc” Samson entra in una di queste celle dove, seduta in un cubicolo di quella che sembra una materia plastica, c’è Angela Lipscombe che ora indossa una camicetta ed un paio di jeans.

-Bene, bene, il caro vecchio Len.- dice lei -Come vedi mi hanno sistemato per la tua visita. Questa roba neutralizza le radiazioni e mi impedisce di trasformarmi nella She-Hulk Rossa. Fa molto “Silenzio degli innocenti”, non è vero? In fondo è appropriato: anche Hannibal Lecter era uno psichiatra come me e te dopotutto.-

-Perché, Angela?- chiede Samson -Perché sei diventata… lei?-

-Perché? Chiedimi piuttosto: perché no? Sai, Len, dicono che le radiazioni gamma liberino la parte più repressa di ognuno di noi: il nostro vero io, libero dai lacci delle inibizioni e della morale. Io sono lei ed era giusto che fossi libera di essere la vera me stessa.-

            Un sorriso maligno si forma sulle labbra di Angela Lipscombe ed un brivido corre lungo la schiena di Doc Samson.

 

 

2.

 

 

            Un’aeronave del Pantheon percorre i cieli degli Stati Uniti virtualmente invisibile a qualsiasi mezzo di rilevamento. A bordo Robert Bruce Banner, meglio noto come l’Incredibile Hulk, sta esaminando i dati di una sofisticata strumentazione ed ogni tanto gli sfugge un mugugno.

-Qualcosa che non va, Mio Signore?- gli chiede Caiera l’Impetuosa.

            La statuaria Guerriera Ombra del perduto pianeta Sakaar, la cui pelle sembra fatta di pietra grigia, è collegata ad un macchinario che a lei deve indubbiamente sembrare strano.

-Al contrario, mia cara Caiera.- ribatte Hulk - Tutto sta andando benissimo… grazie a te.-

-A me?-

-Sì: quello che tu chiami l’Antico Potere a cui puoi attingere non è altro che una connessione con la biosfera di un pianeta ed io sono stato capace di usarlo per intercettare le energie del teletrasporto di massa usato dal Capo e tracciarne il punto di arrivo.-

-Non sono sicura di aver compreso tutto quello che hai detto, ma credo di aver capito che hai trovato il nascondiglio dei tuoi nemici.-

-Esatto! È proprio lì che ci stiamo dirigendo. Tu ed i tuoi compagni tenetevi pronti perché ci sarà da combattere.-

-Non aspetto altro, Mio Signore.-

            Hulk osserva Caiera staccarsi dal macchinario e raggiungere con andatura altera i suoi compagni d’armi, forse tra i più pericoli guerrieri dell’Universo: il cupo Hiroim, della stessa razza di Caiera; Lavin Skee, Elloe Kafi e la Principessa Omaka, tutti dalla pelle rossa ed appartenenti alla specie dominante di Sakaar, divenuti guerrieri loro malgrado; l’insettoide Miek, ultimo della sua specie; Korg dei Kronan e Senza-Nome della Covata, destinati a combattere come gladiatori. Nei loro pianeti sono nessuno ma con i Fratelli di Guerra hanno trovato uno scopo ed un’identità.

            Può fidarsi davvero di loro anche se gli hanno giurato fedeltà? Lo scoprirà molto presto.

 

            La donna giace sul letto di un ospedale militare sola con i suoi pensieri. La parte sinistra del suo volto è devastata da ustioni, il suo occhio sinistro è mancante e così il braccio sotto la spalla e la gamba sotto il ginocchio. Per un breve periodo aveva pensato di poter avere una seconda occasione, di potersi vendicare di chi l’aveva ridotta così ed ucciso suo figlio, poi, in un attimo era tutto finito.

-Caporale Martin.-

            La voce di un infermiere la riscuote dai suoi pensieri e così Nichole Martin si accorge della presenza accanto al letto di una giovane donna dai capelli color rame che indossa la divisa dei Marines e di un uomo anziano dai capelli e baffi bianchi, un civile da come è vestito ma ha un’aria familiare.

-Ross!- esclama improvvisamente -Lei è il Generale Ross!-

-Sono proprio io, Caporale.- replica il vecchio -Non credevo che l’avrei mai più rivista.-

            I ricordi di entrambi tornano a diverso tempo prima ad un’operazione militare contro Abominio. Un TIR che trasportava gas infiammabile e volava in aria verso l’auto dove si trovavano lei e suo figlio Johnny era stata l’ultima cosa che Nichole ricordava prima che il suo mondo andasse letteralmente a fuoco.

            Si era risvegliata in un letto simile a quello dove si trova adesso e nelle stesse condizioni. Aveva chiesto di suo figlio e le dissero l’amara verità. Avrebbe voluto essere morta anche lei, non le restava nulla per cui vivere… poi era arrivato il Generale Ryker con la sua offerta.

-Mi ricordo di lei, Caporale.- prosegue Ross -Una dei migliori elementi della mia unità. Non avrebbe dovuto essere coinvolta in quel che era successo, non era in servizio ma stava andando a casa con suo figlio…-

-Il traffico.- mormora Nichole -Il maledetto traffico in mezzo al deserto.-

-Venni a trovarla in ospedale ma lei non c’era più ed i miei sforzi per scoprire che fine aveva fatto non portarono a nulla, poi, due giorni fa ricompare a Los Angeles in modo piuttosto rocambolesco… e dalla parte sbagliata.-[3]

-Cosa vuole da me, Generale? Come vede, sono un rottame e non c’è nulla con cui può minacciarmi ormai.-

-Io non voglio minacciarla, voglio aiutarla. Posso farla inserire in un programma di recupero ancora sperimentale, qualcosa che le ridarebbe, forse, almeno una parvenza di vita normale.-

-E cosa vorrebbe in cambio?-

-Che mi parli dei Gamma Corps.-

 

            Il Desert Sands è uno dei più lussuosi ed esclusivi hotel di Las Vegas. I primi nove piani sono quelli dell’hotel vero e proprio, il costo di una delle sue suite per una notte supera la paga minima annuale di un operaio. Al decimo piano ci sono gli uffici operativi dell’Howard Conglomerate, una delle holding più grandi e potenti del mondo. Gli ultimi due piani sono l’abitazione privata di Harold Howard e di suo figlio John, abitazione che, tra le altre cose, dispone di una pista di atterraggio per elicotteri, piscina olimpionica ed altre amenità.

            Harold Howard ha dato una definizione del tutto personale al termine recluso. Da molti anni, a quanto se ne sa, non esce dal suo appartamento; solo una manciata di persone, tra cui suo figlio, il suo medico personale e la sua fedele assistente Miss Wright, è ammessa alla sua presenza e di lui non esistono foto o altre immagini.

            Suzy Berengetti ed i suoi accompagnatori sono sottoposti ad una discreta ma accuratissima perquisizione grazie anche a sofisticate apparecchiature elettroniche ed infine una voce elettronica annuncia:

<<Potete salire.>>

            La porta dell’ascensore davanti a loro si apre. Suzy, Sean McIntyre e la ragazza di nome Tandy vi entrano. Una velocissima salita li porta all’attico dove li attende una giovane donna.

-Sono Miss Wright, l’assistente personale di Mr. Howard,.- si presenta -Mrs. Berengetti può seguirmi nel suo ufficio. Durante il vostro colloquio Mr. McIntyre e Miss Wentworth possono approfittare del bar e, se lo desiderano, della piscina. Negli armadietti ci sono sicuramente dei costumi della loro taglia.-

-Non mi piace, baby.- protesta McIntyre.

-Tranquillo, Sean. Non credo che correrò pericoli da sola in una stanza con Mr. Howard, dico bene, Miss Wright?-

-Ovviamente, per Mr. Howard l’ospitalità è sacra. Mi segua, la prego.-

            Sean Clinton McIntyre le segue con lo sguardo mentre si avviano lungo un corridoio ed alla fine commenta:

-Devo ammettere che Howard sa scegliersi le collaboratrici. Quella Wright avrà anche la personalità di una vecchia zitella acida ma ha un lato B davvero notevole.-

-Sono d’accordo.- replica Tandy poi aggiunge -Quella donna sapeva il mio cognome. Come faceva a saperlo? E quanto altro sa di me… di noi?-

            McIntyre non lo ammetterebbe mai apertamente, ma la cosa inquieta anche lui.

 

 

3.

 

 

            Il Capo corruga la sua ampia fronte pensieroso, poi si rivolge a Betty Ross:

-Ho un incarico per te, mia cara.-

-Di che si tratta, stavolta?- chiede la donna.

-Di impedire un omicidio.-

-Questa è nuova anche per te, Sam. Ed a chi dovrei salvare la vita?-

-A tuo padre.-

            Passato l’iniziale shock, Betty replica:

-Dimmi tutto.-

 

            Suzy Berengetti segue Miss Wright, si rende conto improvvisamente di non sapere il suo nome completo, fino all’ufficio di Harold Howard e si ferma sulla soglia.

-La prego, entri.- le dice la donna.

Suzy entra e si trova in una grande stanza con una ampia finestra panoramica alla sua sinistra.

-Benvenuta, Mrs.  Berengetti.- la saluta un uomo in piedi accanto ad una scrivania -Sono lieto di incontrarla finalmente.-

            Un sapiente gioco di luci fa sì che il suo volto sia costantemente in ombra. Un’altra delle strane manie di Howard.

-Anche io ne sono lieta.- risponde cortesemente Suzy -Ho sentito molto parlare di lei.-

-Non tutte cose buone, immagino. È inevitabile. Desidera qualcosa da bere? Diciamo un Kentucky Bourbon invecchiato cinque anni, liscio?-

-Vedo che conosce i miei gusti.-

-Mi piace essere informato su tutti i potenziali alleati… e nemici.-

-Ed io cosa sono?-

-Un’alleata, spero… e forse anche una buona amica, chissà?-

            Suzy termina il suo drink, restituisce il bicchiere vuoto alla solerte Miss Wright e replica:

-Vorrei capire perché mi ha chiesto di venire qui, Mr. Howard.-

            Harold Howard guarda il panorama dalla sua finestra e poi dice:

-Sono l’uomo più ricco del Mondo, ho interessi in ogni campo dell’economia, le mie scelte influenzano i destini di intere nazioni, ma a guardare il quadro generale si possono perdere i particolari. Questa è la mia… la nostra città. Non merita di essere governata da chi vuole solo il suo bene?-

-Ovviamente sì. Vuole essere lei a decidere chi sarà?-

-Non io, lei.-

-Io?-

-In questo momento lei è la donna più potente di Las Vegas e dintorni: ha acquisito il controllo dei locali posseduti dalle società del defunto Damian King rilevandoli dopo che la seducente Mrs. King è stata a sua volta uccisa da ignoti ed è anche subentrata al defunto Sebastian Reed come Signora del Crimine di Las Vegas.-[4]

-Io…-

-Non si giustifichi: ha fatto quello che andava fatto. Il mondo starà meglio senza Sebastian Reed e con lei al suo posto, ma questo le ha inevitabilmente procurato dei nemici, per esempio il Sindacato di Chicago.[5] Non si rassegneranno facilmente ad essere completamente estromessi da questa zona e lei lo sa. Non le farebbe comodo che sulle poltrone del Sindaco, del City Manager e dello Sceriffo sedessero persone che sarebbero dalla sua parte?-

-Mi sta chiedendo di decidere chi saranno? Non crede che sia una scelta che spetti esclusivamente agli elettori?-

-Gli elettori hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a capire qual è il loro bene, lasciati soli cadrebbero facilmente preda di qualche demagogo senza scrupoli.-

-E noi saremmo meglio?-

-Noi abbiamo il potere… lei ha il potere ed è suo dovere usarlo responsabilmente. Non si sottragga a questo dovere.-

            Suzy Berengetti rimane silenziosa.

 

            Rick Jones aspetta che la giovane cantante finisca il suo spettacolo, poi si dirige nella zona dei camerini. Nessuno lo ferma: tutti lo conoscono come un buon amico della padrona del Coliseum dopotutto.

            È proprio davanti al suo camerino che Lou-Ann Savannah lo trova.

-Rick!- esclama correndogli incontro e gettandogli le braccia al collo -E così sei tornato.-

-Già.- borbotta lui -Sono di nuovo qui.-

Anche se non è ben sicuro del perché.

 

 

FINE ATTO SECONDO

 

ATTO TERZO

 

CONFRONTI

 

1.

 

 

            Clay Quartermain entra nell’ampio salone dove gli agenti della sua squadra lo stanno attendendo e si prende un momento per esaminarli tutti: il Vice Comandante Isabelle Hartley, ottima combattente, lesbica dichiarata, una che sputa in faccia ai pregiudizi senza preoccuparsi delle conseguenze; Derek Khanata, orgoglioso wakandano che ha scelto di servire il Mondo e non solo il proprio paese, ma che forse ha anche altri motivi; la francese Heather Santè, capelli rossi e temperamento bollente; la cinese di Hong Kong Monica Chang; enigmatica e pragmatica; la bionda Patricia Wolfman, che sembra il classico tipo della scienziata distratta ed un po’ svampita.

Per ultimi ci sono i tre nipoti d’arte: il timido e riservato Timmy Dugan, quasi l’esatto contrario del suo celebre nonno; Gabriel Jones III, una mente analitica come poche, ottimo scienziato forense ed infine Melody Manelli, un corpo da modella, quale effettivamente è stata prima di unirsi allo S.H.I.E.L.D.,, ed una personalità sfrontata a dir poco.

Sono la sua squadra, variegata sotto il punto di vista etnico, nazionale e sessuale, ma non è questo l’importante, bensì che i suoi membri sono in gamba ed hanno saputo superare il battesimo del fuoco uniti come deve esserlo una squadra. Questa è la sola cosa che conta,

-Ragazzi… e ragazze, ci siamo riposati abbastanza.- dice alla fine Clay -La nostra missione è riprendere i prigionieri che ci sono sfuggiti… e catturare il Capo.-

-E Betty Ross.- puntualizza Melody Manelli.

            Clay mantiene un’apparente imperturbabilità mentre risponde:

-Ovviamente anche Betty Ross. Il fatto che io e lei abbiamo collaborato nel recente passato, non è una scusante se adesso è davvero passata dalla parte del Capo. Prima, però, dobbiamo trovarli entrambi.-

-Se, permette, Comandante Quartermain…- interviene Gabriel Jones -… io e la Dottoressa Wolfman abbiamo avuto un’idea al riguardo.-

-E sarebbe…?-

-Preferirei che fosse lei stessa a spiegarlo.

            Patricia Wolfman si schiarisce la voce e comincia a parlare:

-In sostanza è una versione più potente del Gamma Detector che abbiamo in uso in grado di individuare emissioni di Raggi Gamma oltre una certa soglia minima.-

-E funziona?- chiede Isabelle Hartley.

-Per attivarlo mi serviva un potente microprocessore realizzato in Wakanda e l’Agente Khanata si è offerto di richiederlo personalmente al suo governo.-

-Anche se dopo la recente guerra civile[6] c’è stata una comprensibile confusione…- interviene l’agente wakandano -... il Reggente S’Yan ha risposto prontamente alla mia richiesta e mezz’ora fa mi è arrivato il microprocessore.-

-Che io ho prontamente attivato.- completa la Dottoressa Wolfman.

-Vedo che avete fatto tutto da soli senza attendere la mia autorizzazione.- commenta Clay

            Gli agenti si zittiscono di colpo, poi lui continua:

-Avete fatto bene. Non era il caso di perdere tempo Ho solo una domanda: funziona?-

            Per tutta risposta Gabriel accende uno schermo su cui appare una planimetria mondiale dove brillano diversi puntini verdi.

            Improvvisamente ecco apparire una concentrazione di segnali in un unico luogo.

-Quello non c’era prima!- esclama Patricia.

-Come se ci fosse stata una schermatura e fosse caduta di colpo.- commenta Gabriel Jones -Direi che ci sono almeno una decina di gamma-irradiati lì.-

-Abbastanza per decidere di darci un’occhiata comunque.- sentenzia Clay -Vi voglio pronti al Bus tra dieci minuti.

            Gli agenti sciamano fuori ma Isabelle Hartley si trattiene e Clay le chiede:

-Sbaglio o volevi parlarmi da solo?-

La donna annuisce e poi risponde:

-Non volevo imbarazzarti di fronte agli altri, ma volevo sapere se sei davvero sicuro che i tuoi sentimenti per Betty Ross non… interferiranno con la tua efficienza.-

-I miei…?-

-Andiamo, Clay, è piuttosto chiaro almeno per me e forse anche per gli altri… per quella piccola sgualdrinella di Melody sicuramente.-

            Clay corruga la fronte riflettendo ed infine dice:

-Immagino che lo scopriremo sul campo. Ti fidi di me?-

-Non hai nessun bisogno di chiedermelo.- risponde Isabelle senza esitazione.

-E allora andiamo: abbiamo dei cattivi da prendere.-

 

            Nel suo studio privato, il membro della famiglia allargata che è il cuore del Pantheon chiamato Paride riflette sui recenti avvenimenti.

            Il fatto che adesso Angela Lipscombe sia prigioniera e privata dei suoi poteri è solo una momentanea seccatura a cui non sarà troppo difficile porre rimedio al momento opportuno.

            Non lo preoccupa nemmeno che Angela possa raccontare che è stato proprio lui a trasformarla nella She-Hulk Rossa: un comando postipnotico glielo impedisce e comunque Paride è sicuro che non lo tradirebbe in ogni caso.

Come è stato facile e divertente corromperla, non c’è voluto molto dopotutto, la personalità repressa di quella donna non aspettava altro.

-La piccola Angela voleva solo un’occasione per poter essere cattiva.- mormora Paride sogghignando soddisfatto.

            Ora deve pensare ai prossimi passi.

 

            L’uomo conosciuto come il Capo è in piedi al centro di un’ampia stanza e guarda un orologio, poi dice una sola parola:

-Adesso.-

            Si sposta giusto un attimo prima che le macerie del soffitto colpiscano il punto in cui si trovava seguite dalla massiccia figura dell’Incredibile Hulk che atterra davanti a lui.

-Solo 10 secondi di differenza rispetto alle mie previsioni.- borbotta -Non male, tutto sommato.-

-Mi stavi aspettando?- esclama, in fondo non troppo sorpreso, Bruce Banner.

-Che domanda stupida! Certo che ti stavo aspettando, razza di bruto ignorante e senza cervello! No, aspetta: quello era il vecchio te, non è vero? Adesso tu unisci la brillante mente di Bruce Banner alla forza dell’Hulk Spacca, al cinismo di Joe Fixit… e alla ferocia del Selvaggio, ma questo non l’hai detto ai tuoi amici, vero? Loro pensano che tu sia tornato ad essere il Professore ma sbagliano, non è così?-

-Piantala, Sterns.-

            L’altro prosegue imperterrito:

-Che direbbero se sapessero che hai davvero integrato tutte le tue frammentate personalità in una sola, quella che avrebbe dovuto essere da sempre, solo che quella personalità non è il Professore, non è vero? È il Maestro.-

 

 

2.

 

 

            Gli occhi di Hulk si socchiudono riducendosi a due fessure mentre con voce dura come l’acciaio replica:

-Anche se tu glielo dicessi, non ti crederebbero.-

-Certo che no.- ribatte il Capo -Io sono il cattivo, quello che ha fatto esplodere una bomba gamma tramutando i sopravvissuti in mostri, quello che in più occasioni ha tentato di conquistare il Mondo, perché dovrebbero credere a me se anche tentassi di avvertirli? E perché dovrei farlo? È molto più interessante vedere se avrai successo.-

-Dov’è Betty?-

-Perché ti interessa? Vuoi che si riunisca a te e regni al tuo fianco sul Mondo che intendi conquistare? O forse vuoi assicurarti personalmente che stavolta i suoi resti siano davvero in un’urna cineraria?-

-Dove… è… Betty?- urla Hulk con una voce che renderebbe tremante chiunque avesse di fronte… chiunque tranne l’uomo dalla testa grossa che è davanti a lui adesso.

-Se n’è andata.- risponde pacatamente il Capo -In questo momento dovrebbe essere in Virginia o dovunque si trovi suo padre adesso. Vuole proteggerlo da un gruppetto di assassini.-

-La troverò dopo aver distrutto il tuo covo. Ci penseranno i miei Fratelli di Guerra e sistemeranno anche i tuoi scagnozzi gamma. Io, invece, mi occuperò personalmente di te.-

            Con una mossa rapida Hulk afferra il Capo e lo solleva fino all’altezza degli occhi dicendo:

-Vogliamo vedere quanto è resistente il tuo collo?-

 

            La Contea di Arlington in Virginia, assieme alla vicina Contea di Fairfax, ha la più alta concentrazione di edifici pubblici federali dopo la Capitale da cui la separano solo pochi chilometri. Tra questi edifici c’è il famoso Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ed è lì che si stanno dirigendo il Generale in congedo Thaddeus E. Ross ed il Tenente dei Marines Annie Benedict a bordo di un’auto guidata dalla stessa Benedict.

-È ancora turbato, Generale?- chiede la ragazza al passeggero,

-Stavo pensando a John Ryker ed alla sua idea di potenziare militari disabili facendoli diventare versioni di Hulk.- risponde Ross -A modo suo era pazzo come suo fratello Harlan con la sua fissa dei cyborg.-

-Lo ha detto lei, era pazzo.-

-Davvero? Io ho fatto la stessa cosa a mia figlia e se qualche anno fa Ryker fosse venuto da me a propormi una cosa simile, il Cielo mi perdoni, io l’avrei accettata.-

-Generale, lei non…-

            Annie Benedict non ha il tempo di finire la sua frase: qualcosa di pesante colpisce il tettuccio dell’auto e delle specie di tentacoli marroni si infiltrano dalle fessure sfiorando la sua testa.

-Annie!- grida Ross.

            In un altro momento forse la ragazza apprezzerebbe il fatto che il suo superiore l’abbia chiamata in modo colloquiale e non formale ma questo è un momento in cui il suo primo pensiero è restare in vita.

            Il tettuccio è strappato via da una forza sovrumana ed Annie ha il tempo di vedere un essere marrone che allunga un braccio tentacolato ad afferrare Ross e strapparlo dal sedile.

-Thad!- grida lei con una familiarità che in un altro momento stupirebbe lei stessa.

In quel momento si accorge che davanti a lei è appena saltata una donna dalla pelle dorata che subito emette una scarica elettrica contro l’auto.

Annie non esita e si butta giù dalla vettura un attimo prima che la scarica la colpisca friggendo il motore. Rotola sull’asfalto strappandosi l’uniforme e le calze, perdendo una scarpa e procurandosi qualche lacerazione ai gomiti e alle gambe.

Stringe i denti e si guarda intorno: alle sue spalle avanza quella strana creatura tentacolata che a vederla bene sembra una donna apparentemente senza vestiti. Il viso è assolutamente privo di bocca e lineamenti a parte gli occhi bianchi e senza pupille. Con le dita tentacolate della mano sinistra tiene il Generale Ross mentre la destra si allunga innaturalmente verso di lei. Davanti a lei la donna bionda dalla pelle dorata che indossa una calzamaglia blu ed attorno a cui l’aria crepita di elettricità.

Annie ha letto il dossier sui Gamma Corps e sa che quelle che la stanno minacciando sono rispettivamente: Morass, a cui è stato fornito un potere simile a quello dell’essere chiamato Glob, e Axon, che, invece, ha ricevuto lo stesso potere dell’entità composta di energia elettrica vivente chiamata Zzzax. Sa anche che sono due assassine che hanno avuto sospesa la loro condanna da parte di una Corte Marziale avendo acconsentito ad essere mutate.

Sì, Annie sa chi sono ma è una conoscenza inutile: non salverà la vita a lei e Ross. Spara ripetutamente contro Axon ma i proiettili si fondono prima di raggiungerla. Annie sente le sue gambe nella morsa dei tentacoli di Morass che si allungano e si espandono come a cercare di inglobarla.

Sembra tutto finito quando, improvvisamente, una figura piomba su Morass colpendola alla mascella. È una donna di quasi due metri, muscolosa, dalla pelle verde inguainata in una calzamaglia nera.

Morass molla le sue prede per reagire all’attacco. Mentre cade al suolo Thunderbolt Ross riconosce la sua salvatrice.

-Betty?-

-I convenevoli a dopo, papà.- ribatte sua figlia -Ora pensa a metterti in salvo con la tua amica.-

-Ma tu…-

-Io me la so cavare, vai!-

            Mentre suo padre si allontana riluttante, Betty Ross colpisce ripetutamente la sua avversaria ma è come colpire qualcosa fatto di plastilina.

-Sembri proprio come Glob.- commenta -Vediamo cosa succede se faccio così.-

            Con uno strappo deciso Betty la divide in due e calcia lontano la metà inferiore.

-Vediamo se sei capace di rimetterti insieme.-

Una scarica elettrica la colpisce alle spalle. Betty si volta verso Axon che continua a tempestarla di scariche.

-Credi che questo basti a fermarmi?- grida Betty correndo verso di lei.

            Mentre corre il suo corpo subisce una metamorfosi: ali le spuntano dalle spalle, le dita dei piedi diventano artigliate, la sua pelle si ricopre di scaglie.

            Piomba addosso alla sua avversaria e le urla:

-Pensi di essere all’altezza dell’Arpia?-

Aggancia Axon con gli artigli e si solleva in volo. Raggiunge il fiume Potomac, scivola quasi a pelo sulle acque e lascia andare la sua avversaria.

Axon è inghiottita dal fiume. Si sente uno sfrigolio, un botto violento e l’aria si riempie di odore di bruciato.

L’Arpia sorride. Sente il suono delle sirene e capisce che stanno per arrivare i soccorsi. Inutile rimanere per il momento.

Sbatte le ali e si allontana.

 

Non appena Hulk è penetrato nel rifugio del Capo, un allarme ha allertato i suoi alleati gamma-irradiati che non hanno perso tempo a passare all’azione, ma prima di raggiungere l’uomo di cui sono al servizio si trovano di fronte i Fratelli di Guerra.

-Arrendetevi e vivrete.- intima Hiroim -Combattete e morirete, ma vi garantisco una morte degna di un guerriero.-

            Con un grido gutturale Adrenazon gli si precipita contro e finisce infilzata dalla sua lancia senza nemmeno tentare di evitarla.

            Più si agita e più Hiroim affonda la sua arma nel suo corpo facendole percorrere un arco dallo sterno all’inguine. Alla fine Adrenazon cessa di muoversi.

            Lo scontro degenera rapidamente: otto Fratelli di Guerra contro quasi altrettanti gamma-irradiati. Ognuno si è scelto un avversario o se lo è comunque trovato davanti.

Caiera l’Impetuosa si ritrova davanti Grey, il cui vero nome è Brian Talbot.

-È facile fare la coraggiosa quando si ha in mano una lancia così lunga.- la stuzzica quest’ultimo.

            Caiera getta via la lancia e si rivolge a Grey con evidente sdegno nella voce:

-Non ho bisogno di armi contro di te, uomo, e per dimostrartelo, ti concedo l’onore del primo colpo. Colpiscimi, non mi difenderò.-

            Brian Talbot esita, forse non si fida o forse è l’eco della sua educazione per cui è disdicevole colpire una donna, seppure aliena. Alla fine si decide e sferra un pugno all’addome di Caiera. Il risultato è lo stesso che avrebbe avuto un uomo normale nel colpire un muro di mattoni.

-Tutto qui, terrestre? Speravo in uno scontro più interessante.-

            Caiera serra il pugno destro e colpisce Grey al mento lanciandolo dall’altra parte della stanza.

-Davvero deludente.-

            Poco distante Elloe Kafi, un tempo aristocratica di Sakaar, e Omaka, Principessa nello stesso pianeta, si battono fianco a fianco contro Aberrazione e Gamma-Burn, le loro spade riescono a malapena a scalfire l’epidermide dura delle loro avversarie ma non per questo smettono di provare.

            Korg della razza dei Kronan, un tempo noti anche come gli Uomini di Pietra di Saturno, si sta battendo contro l’uomo grigio che si fa chiamare Gideon ma nonostante si battano con tutte le loro forze nessuno dei due riesce a prevalere sull’altro.

            Senza-Nome, femmina della Covata, non era destinata al combattimento ma ha dovuto adattarsi o perire. La sua avversaria è Abominatrix.

-Sarai un buon recipiente per le mie uova.- le dice cercando di avvicinarsi quanto basta per compiere il suo destino genetico. Un pugno della sua avversaria la fa volare lontano-.

            Miek ha le idee chiare:

-Kkk… non chiedere pietà, ti ucciderò… Kkk.-

-Non ci siamo capiti, scarafaggio troppo cresciuto…- replica Orchessa -… sarò io a schiacciarti come l’insetto che sei!-

            Lo scontro prosegue accanito e solo il giovane Prodigy non vi partecipa, il suo cervello modellato su quello del Capo analizza tutti i possibili esiti degli scontri e calcola le probabilità di vittoria della sua squadra, poi si blocca e dice:

-Accidenti!-

            Una voce stentorea echeggia nella stanza:

-Nessuno si muova o faccia un gesto ostile.-

            La Squadra Gamma dello S.H.I.E.L.D. è arrivata sulla scena.

-Ultimo avviso- ripete Clay Quartermain -Al primo gesto ostile spareremo e le nostre armi possono farvi molto male-

            Caiera e Grey smettono di combattere. Entrambi si chiedono se vale la pena di reagire ai nuovi arrivati.

            Abominatrix e Gamma-Burn non si pongono certi problemi e caricano.

-Fuoco!- ordina Clay.

            Scariche azzurrognole escono dalle canne delle armi degli agenti dello S.H.I.E.L.D. facendo crepitare l’aria.

 

 

3.

 

 

            La strada è stata chiusa al traffico e transennata con l’abituale nastro giallo. È la scena di un crimine dopotutto: il tentato omicidio di un funzionario federale e di un militare in servizio attivo da parte di due superumane. Poiché il crimine è stato commesso per motivi legati alle funzioni dei bersagli, è classificato come crimine federale.

-Davvero un bel pasticcio.- commenta l’afroamericano Garon Lewis, Vice Comandante della Squadra Gamma del F.B.S.A. -Alla Hand questo non piacerà.-

-Al momento cosa possa far piacere al suo capo è l’ultimo dei miei pensieri, Agente Lewis.- ribatte Thunderbolt Ross -Quello che è più importante è che hanno tentato di uccidere me ed An… il Tenente Benedict e l’identità dei sicari toglie ogni dubbio sul perché.-

-Il Progetto Gamma Corps, certo. Ci stiamo indagando anche noi. Crede che i suoi colleghi militari potrebbero accettare di collaborare?-

-Ex colleghi. Proverò a chiederlo ma non si aspetti molto. Ora mi scusi, ma ho altro di cui occuparmi.-

            Ross si avvicina ad un’ambulanza dove ad Annie Benedict sono state prestate le prime cure.

-Come va, Annie?- le chiede.

            La ragazza abbozza un sorriso e risponde:

-Beh… ci ho rimesso un paio di collant e di scarpe, la divisa è da buttare ed ho perso qualche centimetro di pelle, ma poteva andare molto peggio, quindi non mi lamento.-

-Deve andare in ospedale?-

-Per questa sciocchezza? Sono una Marine dopotutto, mica una scolaretta. Piuttosto, come faccio a tornare a casa con l’auto inservibile?-

-Credo che l’F.B.S.A. non avrà problemi ad accompagnarla a casa, Annie, ed a fornire anche una scorta.-

-È già la seconda volta in due minuti che mi chiama Annie invece di Tenente. Si sta ammorbidendo, Generale?-

-In effetti, temo di stare invecchiando. Su, andiamo a chiedere questo passaggio.-

-Perché non viene anche lei? A casa mia intendo. È quasi ora di cena e dopo quello che abbiamo passato, cenare da sola mi sembra così triste.-

-Parla sul serio?-

-La preoccupa la sua reputazione, le chiacchiere?-

-A questo punto della mia vita, la mia reputazione avrebbe solo da guadagnarci se si sapesse che ho passato la serata con una bella ragazza come lei… ma lei vuole davvero passarla con un vecchio orso come me che ha l’età per essere suo padre… e forse anche suo nonno? Scommetto che le basterebbe schioccare le dita e spunterebbero parecchi giovanotti più che disponibili a prendere il mio posto.-

-E se io preferissi la compagnia dei vecchi orsi… anzi: dei vecchi fulmini?-

-Mi arrendo… ma la cena la offro io… e per questa sera l’autorizzo a chiamarmi Thad o Thunderbolt, se preferisce, invece di Generale… ma solo per stasera.-

-Lo sa, Thad, lei non è poi così burbero come vuole apparire.-

-Non lo dica troppo in giro, mi raccomando o perderò davvero quel poco di reputazione che mi è rimasta,-

            Entrambi si abbandonano ad una risata liberatoria.

 

            La mano di Bruce Banner si stringe sul collo del Capo e forse lo spezzerebbe davvero se improvvisamente non si udisse una voce che intima:

-Basta così, Bruce. Il Capo è sotto la custodia dello S.H.I.E.L.D. adesso.-

Clay Quartermain e la sua squadra sono arrivati e puntano le loro armi contro di loro.

-Bruce…- ripete Quartermain.

            Hulk lascia andare il Capo che viene subito ammanettato da Timmy Dugan mentre sulla sua testa viene posto un casco speciale che ne neutralizza i poteri.

-Sarà portato in un carcere speciale da cui non potrà fuggire.- dice ancora Clay.

-E invece lo farà prima o poi, lo sappiamo entrambi, Clay.- ribatte Hulk -La mia soluzione sarebbe stata più definitiva.-

-Davvero? Quante volte siamo stati sicuri che fosse morto e poi è ricomparso più vivo e pericoloso che mai? Non voglio discutere con te, Bruce, e nemmeno combatterti. Abbiamo neutralizzato gli sgherri gamma del Capo. Tu puoi prendere i tuoi Fratelli di Guerra ed andartene. Noi non vi abbiamo visti.-

            C’è un attimo di tensione poi Banner dice:

-Sta bene, ma io e te non abbiamo ancora finito, Sterns.-

            Il Capo sogghigna e replica:

-Ne sono certo. Tu hai ancora molte domande di cui, forse io ho la risposta: chi c’era dietro l’Agente Pratt? Chi vuole morto il Generale Ross? Che fine ha fatto l’Hulk Rosso? Verrai a cercarmi, Banner, lo sappiamo entrambi.-

            Sull’aeronave che riporta lui ed i Fratelli di Guerra verso la Base Gamma, Robert Bruce Banner riflette sulle parole del Capo. Quel dannato ha ragione: ci sono troppe domande rimaste senza una risposta ed una in particolare lo tormenta: che fine ha fatto Jim Wilson?

 

            Sul ciglio di una strada nella California meridionale un giovane afroamericano sta facendo l’autostop. Finalmente un’auto si ferma. Alla guida una giovane donna dai capelli neri.

-Di solito non raccolgo autostoppisti...- dice -… ma tu hai l’aria del bravo ragazzo. Spero di non sbagliarmi.-

-Non si preoccupi, Miss. Sono davvero innocuo.-

-Davvero? Hai un’aria familiare, non ci siamo già incontrati, per caso?-

-Uh, non credo. Mi ricorderei di una come lei… voglio dire…-

            La donna scoppia a ridere e replica:

-Tranquillo, non mi sono offesa. Posso chiederti dove stai andando?-

-A Los Angeles.- risponde il ragazzo.

-Che coincidenza! Io sto andando proprio lì. Sto tornando a casa dopo aver fatto un servizio a Las Vegas per un’emittente televisiva. Sono una giornalista. E tu?-

-Disoccupato attualmente.-

-Non ci siamo presentati. Mi chiamo Tracy Warner e tu, invece? Qual è il tuo nome?-

            Il ragazzo sospira, esita qualche istante poi risponde:

-Wilson, Jim Wilson.-

 

 

FINE ATTO TERZO

 

EPILOGHI

 

            A Las Vegas il buio sta lasciando il passo all’alba. La giovane donna che si fa chiamare Tandy Wentworth si alza dal letto, badando bene a non svegliare la giovane donna bionda di nome Connie che dorme al suo fianco.

            Accettare il lavoro di guardia del corpo al Coliseum è stata l’unica scelta possibile dopo aver scoperto di non poter più rientrare nel suo tempo a causa di una strana anomalia a cui prima o poi dovrà trovare una soluzione. Le hanno detto che a New York c’è un uomo di nome Richards che potrebbe aiutarla ma tutti i tentativi di contattarlo sono stati infruttuosi finora.[7]

            Intanto che aspetta ha un alloggio ed il denaro che qui sono decisamente necessari e può imparare a conoscere e capire questo mondo in cui maschi e femmine convivono pacificamente… beh, decisamente molto più pacificamente che nel suo, un futuro che forse non si avvererà mai.

            Thundra è decisamente curiosa di scoprirlo.

 

            In un luogo ignoto, un uomo il cui volto è una distorta mostruosità osserva con attenzione una vasca piena di un liquido ribollente dentro cui si va formando una figura umana, quella di un afroamericano calvo e massiccio.

-Bentornato Agente Pratt.- dice, ridacchiando, l’uomo dalla strana faccia -… bentornato al servizio del… Matto!-

 

            Caiera esce da un laboratorio della Base Gamma nel New Mexico, percorre un corridoio ed entra in una stanza dove la sta attendendo il suo compagno nei Fratelli di Guerra.

-Dunque?- chiede senza tante cerimonie.

            Caiera sorride e risponde:

-Tutto è andato come doveva andare: il seme del terrestre di nome Hulk germoglia dentro di me. Il retaggio dei Guerrieri Ombra sopravvivrà.-

 

 

FINE?

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

            Si chiude qui, un lungo ciclo in cui abbiamo assistito a parecchi cambiamenti, al ritorno di vecchie conoscenze, all’arrivo di facce nuove con nuove strade da battere.

            Ora il via alle note:

1)    Lou-Ann Savannah è stata creata da Gerry Conway & Wayne Boring su Captain Marvel Vol. 1° #22 datato settembre 1972 ed è stata per un po’ di tempo l’interesse sentimentale di Rick Jones.

2)    Morass e Axon sono state create da Fred Van Lente & Michael Ryan su Incredible Hulk Vol. 1° #601 datato ottobre 2009.

3)    Connie è stata creata da Chris Claremont & John Buscema su Wolverine Vol. 2° #7 datato maggio 1989.

4)    Tracy Warner è stata creata da Jack Kirby su Machine Man Vol. 1° #5 datato agosto 1978.

5)    Suppongo abbiate almeno sospettato che Tandy Wentworth era in realtà Thundra. Perché proprio quel nome? Tandy per onomatopea con la pronuncia di Thundra e Wentworth perché è il cognome di Superia che si suppone essere una sua antenata e chi le ha trovato il nome (presumibilmente Bruce Banner o Rick Jones) può aver trovato anche divertente affibbiarle quel cognome.

6)    Questa Thundra, comunque, non è la stessa Thundra che ha sposato Arkon ed appare saltuariamente nelle storie di rossointoccabile. Potenza dei paradossi dei viaggi nel tempo e dei futuri alternativi.

7)    Il Joe citato da Suzy Berengetti è, ovviamente, Joe Fixit, alias usato dall’Hulk Grigio durante il suo periodo a Las Vegas. Suzy lo chiama ancora così ogni tanto.

8)    Per chi se lo chiedesse, l’Hotel Desert Sands a Las Vegas non è esiste ovviamente. Il suo nome l’ho scelto unendo il Desert Inn, dove visse per anni Howard Hughes (modello sia per Tony Stark che per Harold Howard) con il Sands, due celebri hotel di Las Vegas.

9)    Il Matto è stato creato da Peter David & Jeff Purves su Incredible Hulk Vol. 1° #362 datato novembre 1989.

10)  Jim Wilson si rivedrà presto in Vendicatori Costa Ovest.

11)  Alcune conseguenze del discorso tra Harold Howard e Suzy Berengetti si vedranno in futuri episodi di Marvel Knights.

            Rimangono ancora diverse cose in sospeso alcune delle quali, come già detto, troveranno il loro naturale sviluppo in altre serie e le altre… beh, restate sintonizzati.

 

 

Carlo



[1] Due episodi fa

[2] Vedi gli eventi di Marvel Knights #104.

[3] Negli episodi #45 e seguenti.

[4] Sempre su Marvel Knights #104.

[5] Così è chiamato il ramo della Mafia con sede a Chicago con interessi fino alla Costa Ovest.

[6] Vedi Pantera Nera MIT #4/9

[7] E voi forse sapete perché se avete letto i Fantastici Quattro del nostro Mickey. -_^